Un’altra Visione Del Design Thinking Nel Diritto

Un'altra Visione Del Design Thinking Nel Diritto

Il concetto di design thinking è effettivamente un’innovazione per il diritto, in quanto è un cambiamento radicale nel modo di affrontare una sfida e risolverla, portando una nuova forma di ragionamento, ma non è una novità in sé. Il concetto è già ampiamente utilizzato nel mondo degli affari e nella pianificazione strategica delle aziende ed adesso attualmente un gran numero di aziende che vendono modelli di applicazione di questo concetto nel mondo legale. Nel metodo tradizionale, un cliente presenta un problema all’avvocato e questo lo comprende, analizza le ragioni del suo cliente e alla luce della legge propone argomenti per difendere i suoi interessi. Di solito questo viene fatto su una base individuale e dell’esperienza e conoscenza di questo avvocato.

Sebbene esista una metodologia quasi standardizzata per il design thinking, ovvero empatizzare, definire, idealizzare, prototipare, testare e implementare, in realtà è una combinazione di alcuni vecchi concetti esistenti nel mondo degli affari.

La prima riguarda il coinvolgimento e il lavoro multidisciplinare, che è una novità per l’avvocato che è cresciuto ed è abituato al “volo in solitario”. Per questo, tutte le risorse e le conoscenze tecniche e umane necessarie (oltre il diritto) devono essere utilizzate per avere una visione olistica del problema. Come esempi di risorse tecniche, possiamo citare la tecnologia stessa e le conoscenze non legali coinvolte nella sfida. Esempi di coinvolgimento delle risorse umane possono essere citate tecniche psicologiche di motivazione e innovazione come la chiara definizione degli obiettivi, la trasparenza, le opportunità e l’incoraggiamento di nuove idee.

Il secondo è il cambiamento nel modo di ragionare che è l’opposto di come gli avvocati sono formati a pensare. L’avvocato di solito parte dal dettaglio (il problema di suo cliente) e lo analizza dal punto di vista del generale (leggi, dottrine e giurisprudenza) per raggiungere ad una soluzione. Il cosiddetto “metodo della ricerca scientifica”(che include dalla definizione allo test finale) prende la strada opposta, partendo dall’osservazione generale, formulando ipotesi, effettuando esperimenti per verificarle in varie condizioni e cercando di arrivare a una teoria.

Il terzo ha a che fare con l’uso di strumenti di organizzazione del pensiero come analisi SWOT, mappe strategiche, diagrammi di flusso. organigrammi, mappe mentali e altri strumenti comuni nel mondo degli affari.

Esempi:

Il quarto e più importante è affrontare l’avversione di ogni avvocato per la parola “fallimento”. Certo, nessun avvocato vuole o ammette di fallire, poiché sa che se ciò accade può perdere una causa o rinunciare a qualcosa di importante in una trattativa. Il processo scientifico prevede il concetto di affinamenti successivi, dove ogni errore alimenta un miglioramento del processo, massimizzando le possibilità del colpo finale. Ecco perché l’importanza del utilizzo di altre presone con il concetto multidisciplinare e il approccio de proporre e valutare le soluzioni portando nel processo il maggior numero di “teste pensanti con punti di vista diversi” contribuendo al miglioramento del processo.

Preferisco vedere il processo come segue:

Mi permetto di semplificare il processo di design thinking nella seguente frase:

Analizzare a fondo la sfida sotto tutti gli aspetti (non solo legale), i suoi impatti su tutti i soggetti coinvolti e attraverso la metodologia scientifica identificare e testare tutte le soluzioni possibili e suoi rischi corrispondenti e scegliere la migliore soluzione globale associata al minor rischio possibile“.

Author: José Paulo Graciotti